lunedì 20 ottobre 2008

Vi racconto cosa mi fa pensare la crisi della finanza...

Mi sembra che questa crisi abbia smascherato una natura ultima del mondo della borsa e della finanza: dominio dell’interesse collettivo su quello individuale. Lo stesso interesse individuale che portava gli investitori e risparmiatori a comprare in epoca di euforia, porta loro a vendere in epoca di panico. Perche’ l’importante non e’ quello che succede al sistema (si gonfia la bolla o si fa scoppiare la bolla), ma quello che in questo processo ci posso guadagnare o perdere io.
In altre parole, sembra che tra i "driver" della borsa giochino un ruolo fondamentale opportunismo ed egoismo, che per chi vuole fare speculazione (es. short selling) si traducono letteralmente in “faccio perdere gli altri, per guadagnarci io”.
Mi domando: come puo’ un’istituzione sociale essere priva di interesse collettivo?

Credo che la borsa vada rifondata come istituzione sociale, per cui i singoli ci guadagnano solo se tutti ci guadagnano. Questo ora sembra avvenire in epoca di euforia, ma e’ solo un’illusione perche’ ormai e’ chiaro che l’euforia e’ proprio un segnale che si sta creando una bolla perche’ ci si sta scostando dall’economia reale.

In realta’, se diamo per acquisito il secondo principio della termodinamica, nell’economia reale nulla si dovrebbe creare ne' distruggere, ma la ricchezza non dovrebbe fare altro che passare di forma e di mano. Da materia prima nelle foreste dell’Amazzonia a bene finito in Germania; da pesce nell’oceano a piatto raffinato al ristorante; da intelligenza e tempo lavoro di un laureato in informatica a software usato dalle aziende. Se il mondo e’ un gioco a somma zero, e' possibile che la creazione della ricchezza sia solo un mito, e si possa parlare solo di trasformazione di ricchezza?

Ho l'impressione che sia fondamentalmente errato affermare che con il crollo della finanza “si stanno bruciando miliardi”, perche' in realta' questi - quelli reali - si dovrebbero solo spostare.
In questo processo qualcuno avra’ guadagnato quello altri hanno perso...

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