lunedì 18 maggio 2009

Generazione opportunita'

Ogni volta che ritorno qui a MIT non posso che lasciarmi sorprendere dall’energia e dal dinamismo delle persone che mi circondano. Giovani studenti e ricercatori accorsi a Boston da tutto il mondo per giocarsi una “grande opportunita’” cercano di non farsi scappare nemmeno un minuto del tempo a loro disposizione.

Pensando alla mia generazione e ai miei tempi che hanno visto l’avvento di Internet e dei voli low-cost, ho la sensazione che sia proprio “opportunita’” la parola chiave per capire chi siamo. Opportunita’ di vita, di lavoro, di relazione, di esperienza, di viaggio, di business, di apprendimento, di divertimento…
Cresciuti nella prosperita’ economica e nel liberismo culturale, siamo abituati a pensare alla vita come qualcosa che possiamo sceglierci: possiamo decidere come vestirci, chi frequentare, dove abitare e dove andare in vacanza, cosa studiare e chi diventare. Per molti di noi, tutto e’ possibile, e cosi’ facendo definiamo noi stessi in termini relativi all’opportunita’, senza mezzi termini: questa infatti non lascia alternative (o la cogli o la perdi), e tutti noi siamo circondati da esempi di opportunita’ colte o perdute. Potrei andare a vivere a Londra come mio cugino; potrei lasciare il mio lavoro per fare quell’altro che mi piace di piu’; potrei divorziare come il mio collega, per ricominciare quella mia vecchia relazione ritrovata su Facebook. L’abbondanza di opportunita’ spinge molti a ritardare le scelte piu’ impegnative, come stabilire la propria residenza o l’avere figli, per paura di precludersi qualche opportunita’.

Tutte queste opzioni da una parte ci rendono la vita piu’ varia e soddisfacente, dall’altra moltiplicano scelte e confronti, indecisioni e rimorsi. Ci allargano gli orizzonti e ricaricano di nuova energia, ma ci rendono anche piu’ soli, ognuno a caccia delle proprie opportunita’. Ci fanno sognare e ci danno speranza, ma spesso ci fanno sfuggire il presente dalle mani, concentrati come siamo su come le cose potrebbero essere. Per molti, crearsi nuove opportunita’ e’ una necessita’ piu’ che una scelta, dal momento che l’attuale mondo del lavoro richiede una flessibilita’ di cui farebbero volentieri a meno.

Resta inoltre da capire per che cosa queste opportunita’ vengono sfruttate. Per fare che cosa. Cresciuti in un mondo in cui nulla e’ veramente necessario e tutto ci e’ dovuto (non dobbiamo lavorare i campi per procurarci da mangiare, ma piuttosto ci facciamo servire al ristorante), siamo abituati a pensare all’opportunita’ di fare qualcosa che piace a noi, piuttosto che qualcosa di utile per far fronte a un bisogno. Quello che spesso mi colpisce in America, nel competitivo ambiente accademico che frequento, e’ notare quanto opportunita’, passioni personali e autocentratura vadano di pari passo. Ho l’impressione che la scienza e le applicazioni ad essa collegate crescano molto intorno alle fissazioni dei singoli, che solo a volte coincidono con quello di cui la societa’ avrebbe piu' urgentemente bisogno. Tale autocentratura ci puo' rendere meno capaci di ascoltare gli altri, ma piuttosto a desiderare sempre di piu’ per noi. La recente crisi finanziaria ha dimostrato come la rincorsa all’opportunita’ di fare sempre piu’ soldi abbia progressivamente allontanato tanti banchieri da buon senso e bene comune.

In sintesi, mi sembra che un mondo pieno di opportunita’ sia anche un mondo piu’ impegnativo. Per questo motivo credo che si debba guardare alla nostra generazione con grande compassione, piuttosto che con attitudine di giudizio come una generazione di “debosciati” (perche’ non si sono confrontati con la “dura realta’”, come i nostri padri nel caso dell’Italia) o come una generazione di “opportunisti”. A dispetto dell’apparenza, probabilmente l'esistenza di questa generazione non e’ piu’ semplice di quelle precedenti. Dobbiamo costantemente gestire l’attrazione di ogni sorta di stimoli e distrazioni che mettono a dura prova la nostra volonta’. Inoltre, la mentalita’ moderna e positivistica ci fanno pensare che il destino stia tutto nelle nostre mani, che dipenda solo da noi. Questo ci riempie di responsabilita’, lasciandoci come unici imputati nel caso le cose non vadano come potrebbero andare considerate le mille opportunita’.

Forse l’opportunita’ piu’ grande che abbiamo e’ ricordarci che la vita e’ straordinariamente piu’ grande di noi e il nostro percorso e’ appeso a mille istanti e casualita’. Se ci concediamo che comunque vada avremo fatto del nostro meglio, forse apprezzeremo di piu’ questa nostra condizione. C’est la vie: la storia ci ha consegnato alla generazione delle opportunita’ e noi giustamente le rincorriamo. Se non lo facciamo, il mondo resta straordinario lo stesso.
Nella speranza di riuscire a fare tesoro dei nostri errori, e consegnarne gli insegnamenti alle future generazioni.

1 commento:

  1. La Vita è straordinariamente più grande di noi. Dovremmo ricordarcelo spesso.

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